Iniziamo dalla preghiera….”PANE DI VITA”

Nei vari incontri del Cpane di vitaonsiglio di Comunità, ci si è a lungo confrontati per capire quale strada la nostra comunità avrebbe dovuto intraprendere per crescere e rinnovarsi. È cosi che si è deciso di proporre la scuola di evangelizzazione.Non potevamo cominciare, tuttavia, un progetto così importante, senza affidarlo a Dio.

Ci siamo chiesti: cosa fare? La prima risposta che ci siamo dati è stata: PREGARE.

Da qui sono sorte altre numerose domande. Pregare sì, ma come? Dove? Perché?

L’ADORAZIONE EUCARISTICA ci è sembrato il percorso più bello e adatto, l’occasione giusta per dar vita a una preghiera comunitaria più sentita e più corale.

Ma che cos’è l’Adorazione Eucaristica? È un tempo trascorso in preghiera davanti al Sacramento dell’Eucaristia, esposto solennemente.

Durante tutto il giorno del venerdì è possibile recarsi nella cappella della Parrocchia per pregare.

Sono davvero molte le persone che ogni settimana vi affluiscono: alcune si sono prese l’impegno di recarsi in cappella per un’ora o anche di più ogni venerdì, per non lasciare mai da solo il Santissimo, anche nelle ore meno agevoli. Certo è un bell’impegno: non è facile dimenticare per un momento o un lasso di tempo, seppur breve, le nostre necessità e la nostra vita per lasciare spazio alla preghiera e all’adorazione del Signore, semplicemente perché Lui è Cristo.

 

Che grazia ci ha dato Dio! Potersi rimettere alla sua presenza, poter parlare con Lui ed essere certi che non verrà mai meno il suo aiuto.

Ma se è vero che Dio aiuta noi attraverso la preghiera, è altrettanto vero che Dio può avere bisogno di noi. Con l’adorazione eucaristica non solo adoriamo Cristo Gesù, ma possiamo e dobbiamo pregare per gli altri, per le necessità della Nostra comunità e per i bisogni della Chiesa.

 

Proviamo anche per soli dieci minuti a rimetterci alla presenza del Signore; diamo un po’ del nostro tempo a Gesù. Lui saprà prendere questa nostro sacrificio di lode e farlo fruttare, come quei “due pani e cinque pesci che aveva un ragazzo passante di là” e che divennero sufficienti per “dare da mangiare a più di cinquemila uomini”.